mercoledì, ottobre 03, 2012

Japan 2012 Day 3 March 27 - Senkawa, Yoyogi and Shibuya

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L'insegna di un ristorante italiano ad Ikebukuro
Mi sveglio relativamente presto, la giornata e' bella e decido di andare a fare un giro per Ikebukuro, il quartiere che mi ospita quest'anno. Passeggio verso ovest fino a raggiungere il quartiere di Senkawa, un nome che per me, che ho tanto amato il manga H2 di Mitsuru Adachi, evoca piu' di un ricordo. Neanche a farlo apposta, capito in una zona dove ci sono numerose scuole; in questo periodo sono chiuse (l'anno scolastico in Giappone inizia ad Aprile) per cui solo i vari club sono attivi. Passando sento le prove di una banda, le grida che vengono da una palestra di arti marziali; i campi da tennis sono vuoti, in quello da baseball invece, pochi ragazzi si allenano nelle prese. Diversi anziani si fermano qualche minuto ad osservarli rapiti, con un sorriso compiaciuto appena accennato e negli occhi il ricordo degli anni della gioventu'.
Il sonaglio di un altare Shinto
 Per me, invece, e' tempo di tornare indietro ed avviarmi verso Harajuku: prendo la Yamanote e, sovrappensiero, scendo invece alla stazione di Yoyogi. Poco male, faccio due passi ed entro nel parco di Yoyogi dalla sommita', dove un sentiero coperto di piccole pietruzze porta al santuario Meiji Jingu, un santuario Shinto dedicato al divino spirito dell'imperatore Meiji e dell'imperatrice consorte Shoken.
Infine, arrivo dall'altra parte, dove c'e' il National Stadium e la stazione di Harajuku: ho bisogno di capire come organizzare la tappa di Tokyo del mio A-run-a-town world tour, che ho deciso di fare proprio a Yoyogi. Entro nella stazione e mi rendo conto che non ci saranno problemi, ci sono i coin lockers dove posso lasciare il borsello e la tuta e c'e' un bagno dove mi posso cambiare.
Una timida fioritura nel cortile di una scuola
 Per pranzo compro un bento in un combini e me lo vado a mangiare nel parco; mi rilasso e me la prendo comoda osservando la gente che passeggia, i bambini che giocano, gli atleti che si allenano...adoro i parchi di Tokyo! Dopo mangiato, passeggio a lungo girando dei video: l'unico angolo del parco dove i ciliegi sono gia' in fiore e' colmo di giapponesi intenti a fare hanami ("guardare i fiori": nel periodo della fioritura i giapponesi si ritrovano sotto gli adorati alberi a mangiare, bere, rilassarsi e, appunto, guardare i fiori di ciliegio). A chi mi dice che i ciliegi non sono solo in Giappone rispondo che negli altri posti non ci sono i giapponesi: non mi stanco mai di osservarli mentre si stendono e si godono la fioritura, mentre si impegnano a fotografare per l'ennesima volta i fiori bianchi e rosa e mentre, sbevazzando allegramente, fanno casino e perdono per un po' quel loro contegno ingessato.
La silhouette di un grattacielo a Shibuya
Quando si fa buio mi avvio a piedi verso Shibuya: Giulia mi porta da Nabezo a mangiare shabu shabu o meglio, lei mangia shabu shabu mentre io assaggio il sukiyaki. In questo tipo di locali ti portano al tavolo una piastra elettrica con su una pentola di brodo (nel nostro caso, la pentola era divisa in due perche' shabu shabu e sukiyaki differiscono per il tipo di brodo) e diversi vassoi di carne (di maiale o di bovino) cruda tagliata a fettine sottilissime. Con le bacchette si immerge la carne nel brodo per qualche minuto e poi la si mangia dopo averla intinta in diverse salsine. Inoltre, se si vuole, c'e' anche un buffet dove si puo' prendere verdura e funghi anche essi da cuocere nel brodo. Una prelibatezza da provare, soprattutto per chi pensa che il cibo giapponese sia solo riso e pesce crudo. Anche qui, ci rimpinziamo (la formula e' all-you-can-eat) spendendo una miseria e poi, per digerire, andiamo a fare una passeggiata. Camminiamo tantissimo, su e giu' per Shibuya, Harajuku, Omotesando e dintorni, non mi stanco mai di farlo e la compagnia e' quella giusta per cui ci fermiamo solo quando i piedi gridano pieta'.


The sign for an italian restaurant in Ikebukuro
I wake up relatively early, weather is fine and I decide to walk a little bit around Ikebukuro, the ward I'm living in this year. I head west till I reach Senkawa, a name that to me, a huge fan of the H2 manga by Mitsuru Adachi, rings more than a bell. Sure enough, I find myself wandering in an area dense with schools; these days, they are closed (the school year in Japan starts in April) so only clubs are active. Walking by, I overhear a marching band reharsing, yelling from a martial arts dojo; the tennis courts are empty while, on the baseball diamond, few kids practice catches. Some seniors stop by to watch them, entranced, barely smirking, in their eyes memories of youth.
Bells in a Shinto shrine
For me, instead, it's time to go back and head to Harajuku: I catch the Yamanote line train and, absentmindedly, I get off at Yoyogi station. No problem, though, I start walking and get in Yoyogi park from the top, where a path covered in gravel leads to Meiji Jingu, a Shinto shrine dedicated to the divine spirits of emperor Meiji and his wife, empress Shoken. In the end I get to the other side, where the National Stadium and Harajuku station are: I need to figure out how to organize the Tokyo stage of my A-run-a-town world tour, that I decided to do in Yoyogi park, in fact. I walk into the station and see that there will be no problem, coin lockers are there to store my jogging suit and bag and there's a bathroom I can use as changing room.
A timid blooming in a school yard
For lunch, I buy a bento in a combini and go back to the park to eat it; I relax, taking my time looking at people walking, children playing, athletes training...I love Tokyo parks! After lunch I wander around Yoyogi for a long time shooting videos: the only corner where cherry trees are already in bloom is packed full of people doing hanami ("watch the flowers": in the blooming season, Japanese people gather under their beloved trees to eat, drink and watch cherry blossoms). Whoever tells me that cherry blossoms are not only in Japan gets the same answer: in other places, there are no Japanese! I never grow tired of watching them lie down and enjoy the bloom, doing their best to take yet another photo of the white-pink flowers and losing a little bit of their usual stiff composure.
A skyscraper's silhouette in Shibuya
When it's starting to get dark I head walking to Shibuya: Giulia takes me to Nabezo to eat shabu shabu; well, actually, she eats shabu shabu while I have a sukiyaki. In this kind of restaurants, they provide you with an electric stove with a pot of broth sitting on it (in our case, the pot was split in half, as shabu shabu and sukiyaki differ in the kind of broth used) and trays of filmly sliced uncooked meat (pork or beef). With chopsticks, slices are dipped in the broth for a minute or so and then eaten after dipping them in a variety of sauces. Furthermore, there's also a buffet with vegetables and mushrooms to be boiled in the broth as well to add flavour. It's a mouth watering dish to try, especially those who think that japanese food is only rice and raw fish. We eat until we're full (all-you-can-eat formula here, too) at a quite cheap price and then, to help digestion, we go for a walk. We go at it for a long time, up and down in Shibuya, Harajuku, Omotesando and neighbourhoods, I'm never tired of that and the company's just right so we only stop when our feet beg for mercy.

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