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Esco dall'albergo con l'intenzione di spedire il pacco che Anastasia mi ha affidato e di prendere il Japan Rail Pass: l'ufficio postale e' a due passi dall'albergo ma io sono preoccupatissimo perche' temo che il mio scarso giapponese non mi sara' sufficiente a cavarmela. La mia paura si rivela infondata, l'impiegato dell'ufficio postale parla un buon inglese per cui la cosa va liscia come l'olio, mi cerca il codice postale che mancava, lo aggiunge all'indirizzo e prende in consegna il pacco. Missione compiuta, ora tocca alle poste giapponesi!
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Japan Rail Pass |
La seconda tappa e' alla stazione di Ikebukuro per il Japan Rail Pass: inizio a pensare che il Giappone cospira per non farmi fare pratica di giapponese, l'impiegata parla un ottimo inglese quindi non ci metto nulla a compilare il modulo e ad avere l'agognato pass che comincera' a valere dal 30 Marzo, data della mia partenza per Kyoto. Mi spiega anche come usarlo, mi stupisco che in un paese ad elevatissima automazione com'e' il Giappone il Japan Rail Pass sia invece cartaceo e quindi da mostrare ad un addetto JR ad ogni gate. Successivamente prendo la Yamanote ed arrivo ad Harajuku per A-run-a-town: vado nel bagno per togliermi la tuta e, mentre allo specchio mi inumidisco la faccia screpolata attorno agli occhi, un signore accanto a me deve aver pensato che stessi piangendo perche' mi chiede "Daijobu?" ("Tutto bene?") Gli sorrido, rispondo "Hai, daijobu desu!" ("Si, tutto bene!") e, meravigliatissimo (ma i giapponesi non dovrebbero essere freddi e riservati?), mi avvio ai coin lockers per posare la tuta ed il borsello. Due ragazze trendy guardano allucinate il mio abbigliamento sportivo ma io sono piu' allucinato di loro nell'osservare la loro mise. Mentre armeggio con il coin locker (di quelli che si pagano anche con la PASMO), una ragazza e' li' che mi guarda, indecisa se aiutarmi o meno; per fortuna, me la cavo da solo senza fare figuracce.
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Yoyogi National Stadium |
Esco dalla stazione e mi avvio al parco: sistemo il cellulare sul braccio, attivo Sports Tracker, metto le cuffie e la bandana e parto. La giornata e' bellissima, corro con piacere e sono in buona compagnia, ci sono un sacco di altri corridori. Inoltre, al Yoyogi National Stadium deve esserci la fase finale del campionato nazionale di minibasket: il parco e' pieno di squadre di ragazzini delle elementari (sia maschi che femmine) che fanno riscaldamento; sulle loro tute, leggo che provengono da Fukuoka, Osaka, Shizuoka e da ogni luogo del Giappone e hanno una luce negli occhi che me li fa invidiare.
Finito di correre mi rimetto la tuta, torno in albergo per una doccia veloce e poi esco di nuovo. Mi fermo a pranzare in un Kentucky Fried Chicken (quanto mi piace, perche' non c'e' in Italia!?) e poi mi dirigo verso Akihabara. Questo quartiere e' famoso perche' c'e' una concentrazione incredibile di negozi e negozietti di elettronica, vado li' per fare un giro e per cercare il caricatore solare multiuso che mi hanno chiesto. Giro un po' per i vari megastore senza trovare cio' che cerco e poi mi dirigo verso Ochanomizu. Ho infatti scoperto da poco che in questa zona ci sono tantissimi negozi di strumenti musicali per cui penso di fare un giro prima di andare a vedere due parchi, il Koishikawa Korakuen e il giardino botanico Koishikawa dell'universita' di Tokyo, che sono nelle vicinanze. Purtroppo il tempo cambia, comincia a piovigginare e sono costretto a telefonare a Giulia per rimandare la nostra visita ai giardini. Torno quindi un attimo in albergo per cambiarmi e poi di nuovo fuori per cena.
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Okonomiyaki da Sometaro, nel 2008 |
Stasera Okonomiyaki! In realta' volevo andare a mangiarla in un locale caratteristico ad Asakusa (Sometaro, per la cronaca) dove ero stato nel 2008 ma ho dimenticato a casa la Lonely Planet (e anche tutte le mappe di Tokyo, se e' per questo) per cui non so come recuperare l'indirizzo e finiamo da Maru a Shibuya, altra vecchia conoscenza con l'unico difetto di essere un locale in cui e' consentito fumare (in Giappone non c'e' il divieto di fumo nei locali ma le zone fumatori e non fumatori sono, di solito, rigidamente separate, spesso su piani diversi...questo locale fa eccezione). Io ordino un Okonomiyaki con carne e uovo e mi cimento nella preparazione: spargo l'olio sulla piastra con le spatole e metto la carne a cuocere mentre mescolo la ciotola con farina, uovo e cavolo sminuzzato dopodiche' verso tutto sulla piastra e cerco di dargli una forma tonda. Riesco perfino a girarla senza incidenti e, quando e' pronta, la spennello di salsa e la guarnisco con la maionese. Una delizia, e dire che non dovrebbe piacermi, per via del cavolo. Giulia invece ordina un Monjayaki che fa preparare da un cameriere sulla nostra piastra: e' un'altra variante, con un impasto diverso e molto piu' soffice dell'okonomiyaki e va quindi mangiata con una specie di spatolina.
Dopo cena, andiamo a passeggiare a Ginza: qui l'atmosfera e' diversa rispetto a Shibuya, le luci sono meno abbaglianti e le strade piu' silenziose, l'eta' media (e lo stipendio) si alza di molto, come dimostrano i negozi e i ristoranti di lusso di cui e' pieno questo quartiere. La passeggiata e' comunque molto gradevole visto che le nuvole sono sparite e il vento si e' calmato, c'e' una bella aria e il traffico e' poco, torno in albergo stanco ma con tanta voglia di fare programmi per i giorni successivi.
I leave the hotel planning to ship the package Anastasia asked me to and to get the Japan Rail Pass: the post office is five minutes walk away from the hotel but I'm very worried because I fear my poor japanese won't be enough to come off well. It turns out I shouldn't have fretted about it, the clerk speaks a good english so it's smooth as silk, he looks for the missing postcode for me, adds it to the address and gets the package ready to go. Mission accomplished, now it's up to Japan mail service!
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Japan Rail Pass |
Second stage is Ikebukuro station for Japan Rail Pass: I start suspecting Japan plots against me practicing japanese, the girl at the desk speaks english very well so it takes no time filling out the form and getting the craved pass that's gonna be valid from March 30th, when I'm gonna leave for Kyoto. She also tells me how to use it, I'm suprised that, as relying on automation as Japan is, Japan Rail Pass is instead a simple paper and so I'll have to show it to a JR operator at every gate. Then I hop on Yamanote line heading to Harajuku for A-run-a-town: into the bathroom I take off my running suit and, while I moisten my face chapped around the eyes, a man beside me must have thought I was crying as he asks "Daijobu?" ("Are you ok?") I smile at him answering "Hai, daijobu desu!" ("Yes, I'm fine!") and, utterly amazed (aren't japanese people supposed to be cold and discrete?), I head to the coin lockers to store my suit and bag. Two trendy girls look wide-eyed at my sport outfit but I must look even more dazed looking at the clothes they are wearing. While I meddle with the coin locker (one that can be paid by PASMO), a girl stands there, uncertain about offering help; luckily, I come off without putting up a poor show.
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Yoyogi National Stadium |
I get out of the station and head to the park: I strap the cell phone on my arm, start Sports Tracker, wear my headphones and bandana and go. It's a glorious day, I run pleasantly in good company as there are a lot of joggers around. Furthermore, I believe that the final phase of minibasket national championship is taking place in Yoyogi National Stadium: the park is full of elementary school boys and girls warming up: on their suits, I read they come from Fukuoka, Osaka, Shizuoka and from all places in Japan, and have that special light in their eyes that makes me a little bit jealous. When I'm done running I put my suit back on and return to the hotel for a quick shower then go out again. I stop for lunch at Kentucky Fried Chicken (how much I like it, why it's not in Italy!?) and head to Akihabara. This district is famous because of the unbelievable amount of stores and shops selling all kinds of electronic equipment so I look for the solar battery charger they asked me. I browse through various megastores with little luck and then I head to Ochanomizu. I've recently discovered that there are a lot of musical instruments shops there so I plan to have a look before going to see two parks, Koishikawa Korakuen and Tokyo University Koishikawa Botanical Garden that are at walking distance. Unfortunately the weather changes abruptly, it starts showering and I'm forced to phone Giulia to postpone our visit to the gardens. I breafly go back to the hotel to change clothes then out again for supper.
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Sometaro's Okonomiyaki, in 2008 |
Tonight, Okonomiyaki! Truth be told, I wanted to go to a typical restaurant in Asakusa where I'd been in 2008 but I left home my Lonely Planet (and all my Tokyo maps, for that matter) so, not remembering the name (Sometaro, for the record) nor the address, we end up in Maru, another old pal with the one flaw of being a smoking allowed place (in Japan there's no smoking ban in closed places but usually smoking and no smoking zones are strictly separated, often on separate floors...this one is an exception). I go for a meat and egg Okonomiyaki and try my hand at cooking it: I spread oil over the griddle using paddles to grill meat while mixing egg, flour and sliced cabbage in the bowl, afterwards I pour the mix on the griddle trying to shape it round. I even succeed in flipping it no problem and, when it's ready, I brush it with sauce and decorate it with mayonnaise. A real treat, I'm not supposed to like it because of the cabbage. Giulia orders a Monjayaki instead and has it cooked by a waiter: it's a softer variation of the Okonomiyaki, with a different batter so it is to be eaten with kind of a mini paddle. After dinner, we go for a walk in Ginza: here the feel is different from Shibuya, lights are less bright and streets are more silent, the average age (and salary) raises quite a bit, as shown by all luxury shops and restaurants populating the district. Walking is pleasant nonetheless, clouds have disappeared and wind has fallen, there's good air and little traffic, I go back at the hotel tired but more than willing to plan for the next days.
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