martedì, aprile 13, 2010

Kono mune ni one more time

Ancora una volta, sono tornato dal Giappone e, ancora una volta, ci ho lasciato il cuore...ho aspettato il momento della partenza con trepidazione per tutto l'inverno perche', ai miei occhi, era un modo di staccare da un periodo piuttosto negativo e perche' coincideva con una delle date che piu' pregusto da un po' di anni a questa parte: l'inizio della primavera. Ho ritrovato la mia Tokyo, quella viva, pulsante ma anche ipocrita e fredda e l'ho vissuta come meglio potevo, soprattutto grazie a Giulia, che non mi ha lasciato un momento solo e mi ha fatto scoprire tante cose che, sebbene siano a portata di mano, risultano nascoste agli occhi dell'occidentale "analfabeta". I ciliegi erano spettacolari, le sensazioni che si provano standoci sotto sono difficilmente descrivibili ma ancora piu' affascinante, per me, e' stato osservare da vicino la venerazione che i giapponesi hanno per questo albero e per i suoi fiori. L'incontro con Ben, dopo quattordici (!) anni e' stato un tuffo nel passato ma anche la piacevole scoperta che il tempo non ci ha cambiati piu' di tanto. In piu', i miei primi, goffi tentativi di conversazione in giapponese sono stati abbastanza soddisfacenti ma mi hanno anche trasmesso ancora piu' voglia e motivazione per imparare. Spero di andare a riprendermi il cuore al piu' presto possibile...

Once more back from Japan...and once more my heart stayed back there...I was looking forward to leaving with much anticipation throughout winter because, to me, it was a way to break a quite negative time and because it would have also marked the beginning of my beloved spring. I rejoined my Tokyo, alive, pulsating but also hypocrite and cold and I lived through it as well as I could, mostly thanks to Giulia, who never left me alone and helped me discover many things that are well within reach but still hidden to the western "illiterate". Cherry trees were spectacular, the sensations you feel standing beneath those flowers are hard to describe but, to me, it was even more fascinating to watch, from a close distance, the veneration Japanese people have for those trees and their flowers. Meeting Ben, after fourteen (!) years, was a dance in the memories but was also pleasantly discovering that time hasn't changed us that much. Furthermore my first, clumsy attempts at speaking Japanese were good enough but also injected me with even more desire and motivation to learn. I hope to go get my heart back as soon as possible...