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Il mio quarto viaggio in Giappone parte da Caserta, il 24 Marzo 2012. I miei genitori mi accompagnano alla stazione a prendere il Frecciargento per Roma Termini. Una signora, salita sul treno solo per aiutare la figlia alle prese con bimbo, passeggino e bagagli, non riesce a scendere in tempo e comincia ad agitarsi e a strepitare...dopo un po', pero', si calma e si rassegna visto che il treno ferma solo a Roma Termini.
Dopo circa un'ora arrivo a Roma Termini e mi avvio a prendere il treno per Fiumicino. All'aeroporto consegno il bagaglio, avendo fatto il check-in online, e mi avvio subito ai controlli di sicurezza; faccio bene perche' c'e' un caos incredibile, neanche la meta' dei varchi e' aperto a fronte di una fila lunghissima. Riesco a passare poco prima che la protesta monti e le voci si alzino. L'imbarco avviene in orario, scopro di aver effettivamente scelto un buon posto con spazio per le gambe, peccato per il gruppetto di francesi casinisti subito dietro di me. Purtroppo, a causa di non meglio precisati controlli tecnici, l'aereo parte con quasi due ore di ritardo.
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Scorcio di Ikebukuro |
Durante il volo non riesco a prendere sonno per cui cerco di tenermi occupato guardando un paio di film: "Basilicata coast to coast" e "Mozzarella stories", entrambi film italiani, trovando molto carino il primo, un po' confusionario il secondo (girato quasi interamente a Caserta e dintorni). Nel tempo restante mangio (a bordo vengono offerti cena e colazione), mi sgranchisco le gambe, compilo i moduli di sbarco e, finalmente, riesco a dormire un po', svegliandomi in tempo per scorgere dal finestrino la cima del monte Fuji.
Una volta atterrati ci metto pochissimo a passare i controlli dell'immigrazione e a ritirare il bagaglio e mi precipito fuori: tra le persone in attesa agli arrivi mi colpisce un bambino dai lineamenti asiatici ma biondo (!), mai visto un hafu (cioe' half, come i giapponesi chiamano i meticci) cosi'. Da un ATM prelevo un po' di yen in contanti e poi via verso la linea Keisei. Carico la mia PASMO (che aveva ancora 970 yen dal viaggio del 2010) e la uso per pagare i 1000 yen per la tratta Narita - Nippori.
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Davanti alla stazione di Ikebukuro |
Durante l'ora e mezza circa di viaggio guardo fuori, il tempo e' buono anche se la temperatura non e' altissima; cerco di capire a che punto e' la fioritura di ciliegi e mi godo il paesaggio che da tanto tempo morivo dalla voglia di rivedere. Da Nippori prendo la linea Yamanote e arrivo ad Ikebukuro.
Uscito dalla stazione di Ikebukuro mi basta poco per orientarmi e dirigermi verso il mio albergo, l'Hanamiya Ryokan, che, per fortuna, e' a poco piu' di 500 metri di distanza e lo trovo subito. E' una discreta topaia, ma ho una camera spaziosa (una doppia ad uso singola) con bagno e, soprattutto, con il WiFi! Anche il letto e' ottimo, molto duro anche se all'occidentale. Mi ci stendo un attimo cercando di farmi passare il mal di testa che mi ha preso; niente da fare, richiamo Giulia, di cui non avevo sentito la chiamata, e ci mettiamo d'accordo per vederci a Shibuya.
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L'insegna del Hanamiya Ryokan |
Decido di farmela a piedi, costeggiando la ferrovia; passeggiando, mi rendo conto di quanto mi e' mancata Tokyo, i suoi suoni, i suoi colori, la sua atmosfera. Mi colpiscono bianchi striscioni, bandiere ed adesivi su bus, taxi e pali della luce con su disegnati fiori di ciliegio stilizzati sul classico sol levante e la scritta "Japan. Thank you". E' uno dei loro modi di ringraziare per il supporto ricevuto dopo il terremoto dell'11 Marzo 2011. Mi trovo a pensare di dover essere io a ringraziare il Giappone, per quello che rappresenta per me: pochi passi e i foschi pensieri indotti dal mal di testa svaniscono in un attimo, il cervello impegnato a registrare tutte le sorprese che, anche dopo tanti viaggi qui, Tokyo continua a riservarmi.
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Una bandiera "Japan. Thank you" |
Arrivo a Shibuya che e' gia' buio, qui non hanno l'ora legale, mi lascio investire dal caos ordinato della stazione e dalle luci e dai suoni dell'Incrocio e trovo Giulia nei pressi di Hachiko. Che bello rivederla dopo tanto tempo, ci abbracciamo a lungo e poi chiacchieriamo: tra le altre cose le dico che non ho mai mangiato sushi in Giappone (perche' fino a un anno fa non mi piaceva) e lei ne approfitta per portarmi in un kaiten sushi situato in un seminterrato a Shibuya. E' uno di quei locali dove i cuochi, all'interno di un tavolo circolare, preparano piattini con i vari tipi di sushi e li poggiano su un nastro trasportatore da cui ognuno prende cio' che vuole. Vederli all'opera e' spettacolare e il sushi e', di gran lunga, il migliore che abbia mai mangiato, assaggio un po' di tutto godendomi ogni boccone. Un'altra sorpresa e' il prezzo, alla fine spendiamo meno di 1000 yen (10 euro) a testa. Dopo cena camminiamo un po' per Shibuya raccontandoci un po' dei due anni passati senza vederci fino a che mi arrendo al sonno e alla stanchezza e torno a dormire al mio albergo ad Ikebukuro.
My fourth trip to Japan starts from Caserta, on March the 24th, 2012. My parents take me to the station to catch the "Frecciargento" (high speed train) to Rome Termini. A lady, that hopped on the train only to help her daughter with her baby, pram and suitcases, isn't able to get off in time and starts to fidget and yell...after a while, however, she calms down and tries to live with it as the train stops in Rome Termini only.
In more or less an hour I'm in Rome Termini and I go catch the train to Fiumicino. At the airport I just drop off my suitcase having checked in online, and head straight to the security checks; good move because there's a real mayhem, less than half the gates are open despite a terribly long queue. I manage to get through just before the crowd starts to get vocal. I board the plane on time, I find out that I indeed chose a good seat with much room for my legs but I'm less lucky with the company as I get a bunch of noisy frenchmen just behind. Unfortunately, because of not detailed technical checks, the plane takes off nearly two hours late.
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A glimpse of Ikebukuro |
During the flight I just can't sleep a second so I try to keep myself busy by watching a couple movies: "Basilicata coast to coast" and "Mozzarella stories", both italian films, really enjoying the former and finding the latter (shot almost entirely in and around Caserta) a little messy. In the time left I eat (on board they serve dinner and breakfast), I stretch my legs walking in the aisles, I fill in the landing cards and, eventually, I get some sleep, waking up in time to spot mount Fuji's top from the window.
Once on the ground I breeze through immigration and baggage collection and rush out: among people waiting at arrivals I'm struck by a blond (!) asian kid, never seen an hafu (half, as japanese people call mestizos) like that. From an ATM I withdraw some yen in cash and head to the Keisei line. I top up my PASMO (that still had 970 yen from the 2010 trip) and I use it to pay the 1000 yen fare to Nippori.
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In front of Ikebukuro station |
During the hour and a half in the train I gaze outside, weather is good but temperature isn't that high; I try to figure out how are the cherry blossoms doing and I enjoy the landscape I was dying to see again. From Nippori I catch the Yamanote line and get to Ikebukuro.
Out of the Ikebukuro station, it takes me just a little to figure out where I am and how to reach my hotel, Hanamiya Ryokan that, luckily, is a little more than 500 metres away from the station and I have no trouble finding it. It's quite a dump, but I have a spacious room (a double for single use) with a bathroom and, more importantly, WiFi! The bed is also fantastic, very hard even if it's western style. I lie down for a bit, trying to tend to the headache that caught me; it's useless, I call Giulia back as I didn't hear her call and we resolve to meet in Shibuya.
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Hanamiya Ryokan sign |
I decide to walk there, along the railway; step by step I figure out how much I missed Tokyo, its sounds, its colours, its mood. White banners, flags and stickers with stylized cherry blossoms over the classic rising sun and "Japan. Thank you" written on catch my eye on buses, taxis and electricity posts. It's one of their ways to thank for the support after the March 11th, 2011 earthquake. I find myself thinking that it should be me thanking Japan, for what it means to me: few steps and all headache induced bleak thoughts are gone in a flash, the brain busy registering all suprises that, even after many visits, Tokyo keeps handing to me.
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A "Japan. Thank you" flag |
It's dark when I reach Shibuya, they don't have daylight saving time here, I let the tidy chaos of the station and the lights and sounds of The Crossroad hit me and I find Giulia near Hachiko. It's so fantastic to see her again after all this time, we hug for a long time and then we chat: while speaking, I mention that I never ate sushi in Japan (as until last year I didn't really like it) and she jumps at the chance to take me to a kaiten sushi in a basement in Shibuya. It's one of those places where cooks, in the center of a roundish table, prepare saucers with various kinds of sushi and place them on a conveyer belt for customers to freely take. Seeing them in action is a real show and the sushi is by far the best I've ever eaten, I taste a little bit of everything savouring each and every bite. Another surprise comes from the price, in the end we each pay less then 1000 yen (10 euros). After dinner we walk a little bit around Shibuya telling each other about the two years passed without meeting until I surrender to sleepiness and tiredness and I go back to my hotel in Ikebukuro.